C'è una fotografia che è diventata la prima prova della presenza del gatto selvatico in Trentino, sul monte Bondone, sopra Trento, a 650 metri di quota. Scattata da una fototrappola posizionata per monitorare i movimenti dell'orso bruno, risale al 5 dicembre ed è stata diffusa recentemente - ottenute le conferme scientifiche - dall'amministrazione provinciale che la definisce «un evento storico che s'inserisce nel quadro di espansione della specie nel Triveneto e che sta suscitando grande interesse e curiosità a livello nazionale».
Il gatto selvatico europeo si distingue dal gatto domestico per vari caratteri interni ed esterni, ma anche il solo esame del disegno e del colore del mantello consente di riconoscerlo con precisione. Ciò ha permesso di identificare l’animale ripreso dalla fototrappola. Secondo gli esperti che operano sulla specie in Friuli V.G., Slovenia, Toscana e Germania e che hanno potuto visionato le foto, si tratta di un maschio giovane. È il primo dato di presenza di questa specie in Trentino, la cui origine resta incerta, forse legata alla popolazione presente nella vicina provincia di Belluno. Per il Trentino non sono noti neppure dati storici di presenza del felide.
Il Felis silvestris silvestris, nome scientifico del gatto selvatico europeo, non è mai stato sottoposto a domesticazione. Prevalentemente notturno e molto elusivo, vive in boschi di latifoglie termofile, in genere a quote medio basse. Si nutre di piccoli mammiferi, ma i giovani catturano anche anfibi, rettili, pesci e grossi insetti. Un maschio di gatto selvatico europeo difende un territorio di caccia di grandezza variabile tra 2 e 10 chilometri quadrati. Lo marca con schizzi di urina e grattatoi su alberi scabri, e lo difende con parate intimidatorie nei confronti di altri eventuali maschi piuttosto che con combattimenti cruenti.
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